venerdì 24 gennaio 2014

Ermeneutica o nuovo realismo?


di GIANNI VATTIMO

In questo video Gianni Vattimo si interroga sui motivi d’esistenza del nuovo realismo.

Il video, prodotto con il contributo di Giacomo Pisani, è stato realizzato grazie alla collaborazione tra MicroMega - Il Rasoio di Occam e il progetto culturale www.filosofiainmovimento.it.

10 commenti:

Paola Trombetti ha detto...

"La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile." Aristotele, da Metafisica I, 2, 982b. Se questa sentenza dello Stagirita fosse stata più profetica presumibilmente le cose sarebbero andate meglio, e invece la filosofia nella sua lunga storia di padroni ne ha avuti e ne ha tutt'oggi. Heidegger aveva capito che il conoscere oggettivo tipico delle scienze è solo un modo di tematizzare le cose come oggetti, quindi un modo fra tanti, il realismo vecchio e nuovo è la convinzione che sia l'unico modo possibile in quanto unico modo "vero" di essere in relazione coi fenomeni, pena il disfacimento del mondo e il "cadere nella buca". Credo invece che il punto nodale della questione sia soprattutto l'avvicendarsi delle agenzie del potere, come disse Humpty Dumpty ad Alice " tutto dipende da chi è che comanda" in quel momento. E' curioso che in una società teocratica come quella medievale abbiamo la "prova ontologica" dell'esistenza di Dio, mentre in una società tecnocratica come la nostra ecco balsare fuori la "prova ontologica" del pezzo di ricambio. Ed è così che la vecchia "ancilla theologiae" cara agli Scolastici cambia padrone e diventa "ancilla oeconomie atque scientiarum". Con buona pace di chi usa argomenti incontrovertibili del tipo delle tastiere del computer che si bruciano se ci cade sopra l'acqua, meno conoscenza e più pensiero (possibilmente non unico)forse potrà salvarci.

Anonimo ha detto...

fai rir for

Anonimo ha detto...

Paola arripigliat

Paola Trombetti ha detto...

Mostra il nome e parla in italiano

MAURO PASTORE ha detto...

Attese sbagliate, false notazioni; mondo anche naturale mutato e che muta differentemente dalle pretese della tecnoscienza...
La percezione ingenua originata dal rifiuto della estetica contemporanea aveva una durata non indipendente e traeva senso da una duplice intellezione collettivamente operativa e pertanto valida non per esistere e potere. Non contraddittorietà è stata culturale-logica non viceversa, dal coesistere non dall'esistere: ma affinché passasse da proposta a effetto, per Nuovo Realismo c'era bisogno di un altro accadere e collettivamente unificante. Premesse culturali cattoliche non più univoche ne legavano a interessi più particolari, sempre uniti a semplificazioni di fatto americanizzate o americanizzanti; quale modulo intellettuale di considerare mondo delle percezioni, Nuovo Realismo era isolato dal considerare universo sensibile delle cose, ma a condurcelo era situazione e condizione, però o precaria o votata a filosofare dimidiato, minore... Questo ne pretendeva parte di clero cattolico restata intransigente su posizioni culturali tradizionali non realmente compatibili con presenti-futuri cattolici ma allineata a forze sociali massive con alquanta determinazione... cattolicismo insomma che di dottrina di tipo glottologico non per tale esplicitata da teorico di tal Nuovo Realismo aveva chiavi interpretative giuste ma stesso movimento in possesso di esse incapace di usarne...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

...
Relativismo chiuso in sé stesso dava necessità di una alternativa e stessa chiusura essendo connessa col non rifiutare cattolicismo ma senza volerne le degenerazioni. Sintesi di Pensiero Debole qual controparte o alternativa, radicale, a sistemi economicisti occidentali maggiormente invalsi socialmente, mostrava in sue premesse, esplicitate da stesso maggior teorico di esso, G. Vattimo, una coincidenza con genericità cattolicistica oltre che una identità cattolica; d'altronde non confutando Nuovo Realismo, stesso Pensiero Debole ne smentisce; ad aporia, risoluzione cattolica impossibile non cattolicista... Allora, prima che realtà mutasse, ad evitare cambiamento di questo nuovo realismo sono stati fattori non in stesso dibattito ma entro legami di esso con alterità cattolicista; da cui sentenziosità furon definite interferenze ma cui oggettiva definizione è di: interdizione; non per intromissione, ma per compresenza non arbitrariamente ma necessitativamente motivata in parte filosofica interessata ad integrazione oppure integralità di poteri filosofici... Così scòpresi che di fatto uno dei motivi propulsori di nuovo realismo di M. Ferraris era marxismo, quindi postmarxismo, quindi exmarxismo... Oltre che premesse di spiritualità e religione, servono a spiegare i fatti i revanscismi, cui opuscolo di stesso Vattimo 'Ecce Comu' era confutazione ma in prospettive future esposta ad ulteriori revanscismi; certo prof. Vattimo ne concepiva attualisticamente soltanto, a tutt'oggi risultando chiaro che non poteva essere più di una "stretta di pensiero" come le strettoie che fan perdere battaglie a grandi truppe anche scelte tra alleati; ma è vero pure che opuscolo recava assieme a ciò un senso diverso dei valori e un oblio di parte dei valori politici intellettuali ed anche viceversa di attualità di riferimento medesimo; nondimeno ne era apprezzabile esposizione a contraddittorii; eppure maggiori di quanto previsti da autore Vattimo. Tra codesti anche 'neorealisti' e non antimarxiani... Difatti la nulla indipendenza, del nuovo realismo che Ferraris propugnava, aveva restante senso per alternativa fuori da occidentali tradizioni... Proprio sospensione tra tradizionalismo cattolico e rifiuto di tradizioni post - ex marxista, era ragion filosofica, in certo qual modo valida, ma non eticamente valida!...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... Sospensione tra tradizionalismo cattolico e rifiuto di tradizioni post - ex marxista, era ragion filosofica, in certo qual modo valida, ma non eticamente valida!, di Nuovo Realismo entro cultura italiana-europea-occidentale.

...
Di Pensiero Debole era post-ermeneuticità non post-ermeneutica a contenere evento etico non compatibile con tal 'neorealismo'... E raccolta, di stesso Vattimo, "Essere e dintorni" ne percorreva, anche labirinticamente, fino a superare la "non determinazione" marxiana marxista cui lascito dopo Guerra Fredda in Italia era funestamente persistente; conseguenze di ontologismo di tal operazione anche etica, son state e sono, programmaticamente anche, in esubero a stesse affermazioni relativistiche di esso medesimo... d'altronde già non asseverative, complicate a realtà complicatissima; a volte autonegandosi cronologicamente, non cronicamente. Invece validità logica di stesso Nuovo Realismo non anche cronologica; perciò relativa cronia o in divenire altro, dia-cronico, o in sincronia da filosofica ad ex filosofica. Tal procedere adottato da Ferraris stesso, sequenza bilaterale, cattolicista non occidentale / estetica razionale, di filosofia senza futuro, era in parte consapevole ma dentro non pure entro premesse culturali di procedere stesso, inoltre qual opzione; non consapevolezza invece che ad una fine di possibilità filosofiche sarebbe corrisposto un termine di possibilità reali, vitali non solo esiziali. Difatti mentre ragionativamente non si poteva attuare inizio filosofico neorealista, razionalmente già esistendone ne principiava analogia movimento culturale-subculturale che poi si invertiva in subculturale-culturale. Ma interdizione di altra logica, che dava razionalità capace di subissare ottenimenti di filosofia non esplicitabile più tutta con cultura non esplicita, infine relativamente ed altramente esplicitava ma non riesplicitava proprio per chi in non autonomia filosofica neppure parziale. Ne risultava vasta momentanea sociale attinenza a realtà, successo effimero che ora di esso stesse - e non d'altro stesse - necessità di distanziamenti sociali, interni cioè a stessa socialità di effimero successo, mostrano terminato; datoché a eventualità eteronomamente coerenti di massa di individui si son succedute evenienze eteronomamente incoerenti di massa di individui, fino a non valutazione di non oggettità massivamente socialmente anche individualmente ma non di intera né tutta individualità collettiva. ...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... Fenomeno, exneorealista e non filosofico, di "lotta" antivirale, intromessa purtroppo anche in Stato e adottata da vaste economie private oltre che pubbliche, è esempio clamoroso di soggettivazione irreale, che di evenienze vita-scaccia-vita ne attribuisce a viralità naturalmente esenti...
Ma altri ve ne sono, anche inversi, purtroppo non meno disastrosi, antitecnologici e contro vera statalità: la pretesa che trasporti pesanti possano esser esenti da inconvenienti o disastrosità, la pretesa che ciclomotorismo via-terra sia una tecnologia non una tecnica spuria, la pretesa che motilità non sia tale - in spostamenti tecnologici questa ultima è il motociclismo-, il rifiuto di mobilità evoluta - cui automobilismo in specie... E ciò rispettivamente concernente: inaccettabile contrarietà a diritti nel trasportare e senza pianificare e senza dare garanzie grandità o abnormità (... con bus a pieno carico, autocarri, autotreni); non diritti a spostarsi senza minima reale confacenza (cui ciclomotorismo via-terra), facoltà di spostamenti già di diritto o senza bisogno di esso (entrambi cui motociclismo); diritti agli spostamenti (cui anche mobilità particolare di automobilismo)... Soggettivazioni dunque contro tali distinzioni sono fatte massivamente e fino a negatività stessa, contro ragioni del vivere e che avversano vita con conseguenze mortali e disastrose, contro l'Evento non solo moderno anche antico-medioevale-moderno ed anche contro l'antico-moderno; e non solo per quanto esposto in particolare!
Non Pensiero Debole filosofico politico, ma Relatività politica filosofica Forte offrono soluzioni in questa altra realtà ove massive nullità e nientità fino a crimini di omicidi, genocidi, disastri, commessi anche invadendo Stati ed anche tramite ruoli non effettivi ma da masse sterminatrici lasciati in un essere solo apparentemente non clandestino...
Storicamente dunque tal avversare deriva da rifiutare prima Evo di Mezzo, poi Evo Moderno, per non aver voluto intendere Evo Antico. Non è in radici neolitiche né preneolitiche di italicità che trovasi possibilità e realtà di tal odio; ma in indecisione, tra preistoria e storia antica: se civiltà o non civiltà; se Eurasia soltanto oppure Europa.
In esempio clamoroso, notasi che malasanità, facendo valere non solo lasciando invalere epiteto di "corona" in comunicazioni massive che deformano autentici pareri professionali su influenza stagionale cinese e prodromi, ha favorito rappresentarsi antivitale di evento di soggettivazione arbitraria di non oggettualizzabilità, da parte di illusi di future "guerre biologiche" in realtà resisi disadattati cronici imbelli anzitempo, criminali falliti e pur sempre tali – tal ultima affermazione non diagnosi medica è ma rapporto antropologico e criminologico – ...E in istanze etniche non essendo possibili estreme né importanti erranze, ma proprio queste istanze combattute da erranti e fatte scambiare per razzismi...

Ciò rivela mutamento di realtà, per cui Forte Relatività repubblicana democratica è senza altra alternativa repubblicana democratica, poiché determinazione diretta necessaria a mondo differente... anche climaticamente, con distinzioni continentali più forti anche tra blocco continentale euroasiatico e restante e con reinstaurarsi di Glacialità (calura-gelate) in Europa...
Ma soggettivazioni massive, tentandosi con esse distanziamenti sociali coinvolgenti altrui e altri, danno inventario anche di clima inesistente; perché non praticano distinzioni tra nuove calure ed afe passate, masse inebetendosi a caldi fittizi e trattando termometri come fossero "caldometri", 'incappandosi' in residui calori non sani, imitando morali di vere non criminali gang ed etiche di veri non criminali clan, a retaggi non comuni da Oriente opponendo masse stupidaggine offensiva, dirigendo subdolamente indagini di Stato contro saperi e contro innocenze.
...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

(...)


Fenomenologia e ontologia, non viceversa, liberano filosofia da evento passato neorealista e possono individuare condizioni di reiezione-abiezione massiva, qualora però attuati studi con individuazione entro oppure dentro realismo intellettuale; ma ciò accadibile senza restare entro limitazioni di particolarismi - glottologismi. Questi ultimi sono peraltro usati dalle masse criminali che tentano di ignorare ragioni vitali europee, occidentali, globali.

In realizzare questa liberazione è cioè implicata chiarezza e determinazione, quindi forza, di espressioni nette; possibili entro accortezze e potenze, di nuova Resistenza, culturale dopo la passata politica già nota e istituzionale; e apartitica... anche perché non in ciò le alternative di parte possibili.



MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Le pretese, terminate in tragedia, della tecnoscienza, assolutamente non sono da confondersi con parte politica democratica di tecnocrazia, fondata su scienze e tecniche e basate su arti e saggezze, anche filosofiche.

Nuovi tempi presenti, non pongono più dilemmi filosofici realisti; restando però alcune anacronie non includibili culturalmente e finanche da escludere subculturalmente;
ovvero, non bisogna ritenere che eclettismo sempre o generico offra condizioni intellettuali reali.


MAURO PASTORE